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Rinnovo del voto alla Madonna della Salute | Storia, cultura, devozione popolare nella cerimonia in programma il 21 novembre

Pubblicata il 18/11/2020

Di fronte alle tragedie che, ciclicamente, colpiscono l’umanità, siano esse guerre, cataclismi, carestie, epidemie, le genti, sgomente e impotenti, si affidano anche alla preghiera.
Ciò avviene da tempo immemore, in ogni angolo del mondo: l’uomo inerme si rivolge al proprio dio, implorando la salvezza.   
La difficile, drammatica contingenza che stiamo attraversando non è nuova all’umanità; non lo è nemmeno per il nostro territorio. Basti pensare alla peste devastante del 1630, al colera che imperversò due secoli dopo, all’epidemia di “spagnola” al termine della Grande Guerra.
Nell’estate del 1835 un’epidemia perniciosissima di colera colpì l’Italia settentrionale; molti degli stati in cui essa, all’epoca, era suddivisa, istituirono ovunque cordoni sanitari, proprio come accade oggi. Furono limitate le attività ed il movimento delle persone e delle merci e vennero decretate quarantene per le persone provenienti da altri luoghi. Alcune città, invece, non presero adeguati provvedimenti sanitari col timore che questi gravassero sulla loro economia.
L’epidemia sembrò esaurirsi nel settembre dello stesso anno, ma dopo alcuni mesi di calma apparente durante i quali, da una parte si richiamava la popolazione perché adottasse stili di vita adeguati, dall’altra si tentava di sminuire tra la gente la pericolosità del contagio a semplice influenza, alla fine dell’inverno 1836 il colera riapparve, prima nelle province lombarde, successivamente in tutta l’Italia del Nord, raggiungendo nei mesi successivi Venezia e molte città del Veneto, dove si abbatté fino alla fine dell’anno lasciando dietro di sé una lunga scia di morte.
La Lombardia fu la zona più colpita, con 32.000 decessi. In Veneto le vittime furono 22.000.
Le cronache del tempo raccontano che, l’ultima domenica di luglio del 1836, Camposampiero supplicò la Madonna perché liberasse il paese dal contagio. La conclusione dell’epidemia indusse i fedeli a dedicare alla Madonna della Salute, la chiesetta che costituiva originariamente l’oratorio annesso al "Palazzon", una maestosa villa quattrocentesca, appartenente alla famiglia veneziana dei Quirini, abbattuta all'inizio del XVIII secolo. Nella stessa occasione gli abitanti portarono nell’oratorio la statua della Madonna col Bambino che si trovava precedentemente in una nicchia sotto la loggia in piazza del Grano (ora piazza Vittoria).
Oggi il Palazzon non esiste più, ma è ancora fervente la devozione mariana nella chiesetta di piazza Castello che ogni anno, in prossimità del 21 novembre, è meta del pellegrinaggio di numerosi fedeli.
Nel territorio del Camposampierese esistono altre testimonianze di quell’epidemia. Come ricorda lo storico Daniele Rampazzo, nel 1837 gli abitanti della contrada Cocche di Arsego costruirono la chiesetta dedicata alla Madonna della Mercede, ovvero “Maria liberatrice da ogni male”, ancor oggi esistente.
Fu alto il tributo di vittime che Camposampiero pagò a quella devastante epidemia di colera. Secondo quanto accreditato dal Rostirola, furono 44, in totale, i decessi nelle parrocchie dei Ss. Pietro e Paolo e di San Marco. 
Oggi, a quasi due secoli da quegli eventi, in piena pandemia, i fedeli di Camposampiero rinnovano il voto alla Madonna della Salute. Nella Messa Solenne del 21 novembre, verrà infatti ricordato il voto solenne formulato nel 1836, quando imperversava il colera, e tale voto sarà rinnovato.
“L’idea del rinnovo del voto è stata della storica Elda Forin Martellozzo” spiega il presidente della Pro Loco Giampaolo Mistro. “Quest’anno non organizzeremo i tradizionali festeggiamenti con lo stand, le degustazioni di prodotti tipici e le iniziative culturali. Non volevamo, tuttavia, che una ricorrenza così sentita dai nostri concittadini passasse sotto silenzio. Così, considerata la contingenza, abbiamo accolto con entusiasmo la proposta della professoressa Forin”.
“Si tratta di una cerimonia religiosa, ma non possiamo dimenticare i risvolti culturali e storici che essa riveste, specie nel periodo difficile che stiamo attraversando” sottolinea il sindaco Katia Maccarrone. “La pandemia in atto sta creando in tutti noi un disagio tangibile, provocando ansietà e paure per ciò che accade intorno a noi e per le tristi notizie che ci giungono da ogni parte del mondo. La festività della Madonna della Salute è particolarmente cara alla devozione popolare, non solo di Camposampiero, ma di tutto il territorio. L’auspicio è di poterla festeggiare, già dal prossimo anno, in un clima di ritrovata serenità”.    
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Sabato 21 novembre alle 16, Santa Messa Solenne celebrata nella chiesetta della Madonna della Salute e teletrasmessa da Telechiara sul canale 14.
 
La chiesetta sarà aperta per le preghiere personali dalle 7.00 alle 14.30, vigilata secondo le norme anti Covid. Resterà chiusa durante la messa in diretta tv.

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