Città di Camposampiero
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“Soprattutto all’alba, quando la luce è più morbida e la pianura si svela più ampia, e con lo sguardo arrivi fino alla curva del mare lontano: allora ti viene liscio credere che la vita possa davvero essere tutta così, giornate di sole e pascoli verdi”.
È un brano tratto da Il Moro della cima, ultimo romanzo di Paolo Malaguti, Einaudi 2022, ambientato in gran parte sul Monte Grappa tra la fine dell’Ottocento e il primo trentennio del Novecento, recente vincitore del premio Mario Rigoni Stern.  
Il libro ha più protagonisti: quello in carne ed ossa è Agostino Faccin, il Moro Frun, primo gestore del rifugio a cima Grappa. Vi è poi il Monte Grappa medesimo o la Grapa - com’era conosciuta la vetta all’epoca dei fatti narrati - che simboleggia la natura e l’anelito alla liberta: attraverso la natura tutto si rinnova e nulla può nemmeno la terza protagonista, ovvero la guerra, in questo caso la Grande Guerra, che in Italia ebbe quale teatro dell’atto conclusivo proprio il Grappa. .
Chi vuole capire il Veneto deve conoscere il Grappa, la “nostra montagna”, quella che più ci assomiglia, quel profilo visibile da quasi ogni angolo della pianura che ci fa sentire a casa quando lo riconosciamo.
Del Grappa e della vita avventurosa del Moro, Paolo Malaguti parlerà con Carlo Toniato venerdì 18 novembre, alle 17.30, in sala Filarmonica. Letture di Milo Signoretto.
Ingresso libero. Al termine firma copie con l’autore.
Paolo Malaguti è autore di Sul Grappa dopo la vittoria, (Santi Quaranta 2009), Sillabario veneto (Santi Quaranta 2011), I mercanti d stampe proibite (Santi Quaranta 2013), La reliquia di Costantinopoli (Neri Pozza 2015), con cui ha partecipato al premio Strega, Nuovo sillabario veneto (BEAT 2016), Prima dell’alba (Neri Pozza 2017), Lungo la Pedemontana (Marsilio 2018), L’ultimo carnevale (Solferino 2019). Per Einaudi ha pubblicato Se l’acqua ride (2020) con cui ha vinto il premio Latisana per il Nord est e il premio Biella ed è stato finalista al premio Campiello.