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Inaugurata la Lapide Commemorativa in ricordo dei “Giusti” di Camposampiero

Pubblicata il 27/01/2023

Giovedì 26 gennaio, al termine di una cerimonia partecipata e ricca di commozione svoltasi nella sala consigliare del Municipio, è stata inaugurata la Lapide Commemorativa in ricordo dei "Giusti" di Camposampiero
 
1)  GIUSEPPE ARTUSO
Ospitò per più di un anno nella sua casa a Centoni, i coniugi Samuel Bernath, medico ebreo di Venezia, ricercato, la moglie Gesualda Roxas, i figli Giselda (di 10 anni) e Alessandro (di 9 anni).
(Testimonianze di familiari ed eredi di Giuseppe Artuso, di don Fernando Pavanello, Arduino Griggio, Pietro Scolaro, Giulio Gonzo, Emilia Nalon).
I quattro furono salvi. E furono riconoscenti alla famiglia Artuso.
 
2)  GIUSEPPE CARGNIN, di Rustega, ospitò nella barchessa della sua casa rurale in via Borgo Rustega nel 1944-45 l’ebreo cecoslovacco Nicola Biheller, mandato da lui dal parroco di Rustega don Francesco Leonardi. Biheller fu molto attivo nel legame con formazioni partigiane di questo territorio (Brigata Ercole…).
(Testimonianze della famiglia di Giuseppe e Raffaello Cargnin, dei nipoti di Giuseppe, dello storico Egidio Ceccato, di alcuni documenti scritti).
Biheller si salvò e mantenne poi un rapposrto familiare con la famiglia Cargnin.
 
3)  GUIDO COLLE, primario chirurgo nell’Ospedale di Camposampiero dal 1927 al 1950. Repubblicano, antifascista, nascose e protesse come finti malati in Ospedale alcuni ebrei ricercati: tra questi, il rabbino capo di Padova Eugenio Coen Sacerdoti e la moglie Amalia Dina, Anselmo Formiggini e altri.
(Testimonianze delle figlie Mariola e Alberta e della nuora di Colle, Nadia Previato di Castelfranco V., di Guido Guin, di p. Tiziano Bragagnolo, del prof. Enrico Rubaltelli…  V. La Gazzetta del Popolo, 20.10.1954 e Archivio Comunità Israelitica di Padova).
Formiggini si salvò. Coen e la moglie in seguito a successiva delazione finirono poi ad Auschwitz. La Comunità Ebraica di Padova riconobbe pubblicamente le azioni di Colle.
 
4)  MASSIMILIANO GUIOTTO (noto con il soprannome di Canton) ospitò nell’estate-autunno 1944 nella sua casa di Borgo Padova una coppia di ebrei padovani (forse, Vaccato) ricercati.
(Testimonianze di Saverio Zoli, di famiglia Guiotto di Campodarsego, di Angelo Fassina).
I due si salvarono e ritornarono più tardi a ringraziare Guiotto.
 
5)  SANTINA MARISCALCHI ved. MIATELLO (residente nell’ultima casa del paese a Centoni), vedova. Il marito era morto sul Grappa nella prima guerra mondiale.
Ella ospitò nella sua casa una coppia di ebrei anziani (genitori/suoceri della famiglia ebrea ospitata dai vicini Scarpazza). (Testimonianze di Giovannina Scarpazza e altri).
Prima del termine della guerra la coppia si spostò. Non ne conosciamo la sorte.
  
6)  Don FERNANDO PAVANELLO, cappellano a Camposampiero, operò su indicazioni del parroco mons. Rostirola per trovare alloggi segreti a famiglie ebree. Inoltre procurò in municipio tessere annonarie e documenti di identità falsificati ad ebrei e a ricercati affinchè potessero fuggire in Svizzera e salvarsi (a tale scopo operò anche con un amico a Milano).
(Testimonianze di suoi scritti, di mons. Rostirola, di Massimo Valsecchi, testimonianze orali di anziani).
 
7)  Mons. LUIGI ROSTIROLA cercò famiglie disponibili a dare ospitalità a famiglie di ebrei. Protesse tutti costoro con la sua autorevolezza. Ospitò in canonica per alcuni giorni più di un ebreo ricercato.
(Testimonianze di suoi scritti, di don Fernando Pavanello e di vari anziani).
 
8)  ERNESTO RUBINO, profugo a Camposampiero da Lama dei Peligni (CH), lavorò da novembre 1943 a maggio 1945 nell’Ufficio Anagrafe del Comune. E’ documentato che procurò, anche su richiesta di don Pavanello, tessere annonarie e documenti falsificati per soccorrere ebrei e ricercati e favorirne lo spostamento all’estero, in particolare in Svizzera.
(Testimonianze della figlia Bianca residente a Bologna, di don Pavanello. Dichiarazione scritta del comandante della Missione Alleata ZZZ, Patrioti Ercole).
 
Furono costoro, negli anni bui della Seconda Guerra Mondiale, delle inique leggi razziali, del silenzio della ragione, a nascondere e proteggere Ebrei e Famiglie Ebree salvando vite innocenti a rischio della propria incolumità e della vita stessa.
 
La realizzazione della targa è stata voluta dal Consiglio Comunale di Camposampiero con propria deliberazione n.10 del 27.04.22.
 
L’inaugurazione è avvenuta nel contesto del Giorno della Memoria 2023 che Camposampiero ha onorato con un intenso programma di iniziative.
 
Erano presenti il Sindaco ed i Consiglieri comunali, Autorità civili e religiose di Camposampiero e del territorio, i Dirigenti scolastici degli istituti cittadini, rappresentanti del Consiglio Comunale delle Ragazze e dei Ragazzi, Assoarma con i propri labari, i familiari dei “Giusti”, discendenti dei cittadini ebrei nascosti e protetti a Camposampiero.
 
Dopo la commovente introduzione musicale, il sindaco di Camposampiero, Katia Maccarrone, e il vice presidente della Provincia di Padova Vincenzo Gottardo, hanno ricordato lo straordinario valore etico, civico, storico dell’iniziativa, richiamando i principi che l’hanno motivata e inquadrandola nell’attuale, difficile, contingenza internazionale. 
 
Dino Scantamburlo, autore della ricerca che ha permesso di ricostruire le vicende che videro quali eroici protagonisti i cittadini di Camposampiero i cui nomi compaiono nella lapide, ne ha ripercorso brevemente la storia. I familiari di ciascuno dei “Giusti” hanno ricevuto una copia della delibera di intitolazione.
Si è quindi proceduto alla scopertura della lapide: un momento solenne, impreziosito dai canti del coro degli alunni dell’I.C. Parini.  
 
Particolarmente toccanti, in chiusura di cerimonia, le parole pronunciate di fronte alla lapide da alcuni discendenti di quanti vennero salvati: “E’ grazie a loro se oggi siamo qui”, hanno dichiarato commossi. 
    
Con la lapide in ricordo dei “Giusti” di Camposampiero, il Comune di Camposampiero ha reso  omaggio a quanti lottarono per i valori della libertà, della democrazia e della fratellanza, che oggi più che mai devono essere difesi e promossi soprattutto tra le nuove generazioni, anche con il ricordo di quanti contribuirono alla pace e al dialogo fra i popoli.
Tale iniziativa vuole, altresì, essere di monito alle coscienze a non ripetere gli errori del passato, richiamando i valori della nostra Costituzione, contrari al totalitarismo, alle discriminazioni di qualsiasi tipo, ed alla guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.

Allegati

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