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La scuola dell'infanzia Umberto I non festeggia il papà e la mamma - lettera aperta del sindaco ai genitori

Pubblicata il 24/03/2014

Cari Genitori,
La scuola di infanzia di Camposampiero ha deciso di non festeggiare più la festa del papà e della mamma, al fine di “tutelare i bambini con le più diverse situazioni familiari”.
Ma allora la diversità fa paura?
Solo quando si avrà il coraggio di guardare in faccia senza timore ogni forma di diversità potrà iniziare il percorso che conduce al rispetto incondizionato.
Molte volte sia la scuola che altre realtà sociali o educative ritengono, per non ferire i bambini e i ragazzi, di nascondere ciò  che, per qualsiasi motivo, si discosta da quello che la maggioranza pensa essere la normalità.
In questo è insita già l’adesione al concetto di normalità. E di anormalità.
Invece nessuno è uguale a nessuno e nessuna situazione oggi, come ieri,  può ritenersi riconducibile tout court a modelli e standard.
Altrimenti,  addio accoglienza di ciò che è speciale. Ecco: diverso potrebbe essere sinonimo di speciale. O eccezionale. E contenere in sé un valore aggiunto.
Di cosa stiamo parlando? Di un bimbo orfano? O che è stato adottato ed ha un colore di pelle diverso da quello dei suoi genitori? O che non è stato riconosciuto da un genitore?
Quel bimbo, se si sente comunque amato e non è mai stato discriminato per la sua situazione, sarà capace di dichiarare a voce (e testa) alta che il suo papà non l’ha mai conosciuto ma, forse, chissà … prima o poi lo conoscerà, o che è morto ma che nel giorno della sua festa lo ricorderà più forte degli altri giorni! Oppure infine che un papà sarà quello che lo adotterà, più presto possibile.
Un bambino ha diritto di credere (e sognare) che la sua vita, simile o diversa da quella degli altri, non sia peggiore.
Quel bimbo potrà essere sereno se nessuno ha mai pensato che la sua condizione, speciale, valga meno di quella degli altri o che addirittura lui stesso valga meno.
Mi piace immaginare che ogni persona sia un perfetto sistema di emozioni, sentimenti, abilità, pensieri e che valga né più né meno di tutte le altre persone.
Mi piace di pensarlo e lo penso.
Mi piace questo Papa Francesco che sta cambiando profondamente la visione delle cose, che ci spinge all’accettazione, all’accoglienza, che non giudica  e non ha paura di ciò che è diverso. E ci invita a non averne paura.
Annullare la festa della mamma e del papà per tutelare qualche situazione  in particolare significa, forse, non credere di poter dare messaggi positivi sui valori della famiglia? Tali “feste” possono essere ripensate, non come momenti di consumismo e regali, ma come l’occasione di una riflessione, anche per i più piccini, per comprendere l’amore dei genitori, il sostegno che essi danno per tutta la vita, l’amore che non ha confini e che nemmeno la morte può spegnere.
L’amore dei genitori è il dono che ci viene dato con la vita, ci fa diventare grandi, va custodito e alimentato, protetto nei giorni d’inverno, ricordato  per i giorni in cui non darà più ma aspetterà di ricevere.
L’amore dei genitori è nel nome che essi ci hanno imposto alla nascita, nelle notti in cui ci hanno consolato, nel gesto semplice a grande di un bimbo che succhia al seno. Nell’ansia di uno sguardo, anche nel rimprovero, nell’insegnamento, nel la protezione che qualche volta genera i divieti.
Questo è il messaggio che vorrei che la scuola potesse far passare senza in alcun modo offendere nessun bambino, anzi aiutando i più fragili a comprendere il senso della mancanza e accettarlo.

Domenco Zanon
 


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