Le Chiese

Chiese nei dintorni di Camposampiero

Descrizione

Chiesa di San Pietro

La chiesa attuale sorge sull’area occupata dall’antica Pieve, di cui si hanno notizie storiche a partire dalla metà del XII sec. A quell’epoca essa già apparteneva alla diocesi di Treviso, possedeva fonte battesimale ed era presieduta da un Pievano. Subì successive e sostanziali modifiche, verso la metà del XV sec. ed all’inizio del XVIII, quando fu ampliata in altezza, arricchita con pilastri in stile ionico ed adornata da un nuovo pavimento. Nuovi interventi seguirono nel corso del XIX sec. (aggiunta di cappelle laterali, nuova facciata). Nel 1929, l’allora parroco Luigi Rostirola annunciò l’intento di costruire una nuova chiesa, di capienza adeguata al numero crescente di parrocchiani. Abbandonata discutibilmente l’ipotesi di una nuova ristrutturazione della chiesa esistente, che pure possedeva una sua identità stilistica e non era priva di testimonianze artistiche, venne dato il via, nel 1930, ai lavori che impegnarono per dieci anni numerose maestranze e comportarono ingenti spese.

La nuova chiesa venne inaugurata l’otto settembre 1940. Quale modello per la sua edificazione era stata scelta, per volere del Rostirola, la parrocchiale di Conselve, ritenuta idonea in quanto a dimensioni, acustica e stile, non essendo né romantica né gotica, ma piuttosto di fattura "nostrana". E così infatti si presenta: sobria nella facciata, imponente nella struttura, a navata unica. All’interno essa conserva opere d’arte provenienti dalla vecchia chiesa, tra cui: l’altare maggiore, il cassone ligneo dell’organo, risalente al ‘700; un bel battistero con coperchio, sempre del ‘700; un altare in marmo nero, arricchito da un crocifisso finemente lavorato in marmo; un paliotto intarsiato in marmo e, quali testimonianze pittoriche, una pala del ‘500, di buona fattura (Madonna in trono attorniata dai Santi), che richiama la Scuola di Palma il Giovane e due dipinti di Sebastiano Santi, risalenti all’Ottocento.

La chiesa attuale sorge sull’area occupata dall’antica Pieve, di cui si hanno notizie storiche a partire dalla metà del XII sec. A quell’epoca essa già apparteneva alla diocesi di Treviso, possedeva fonte battesimale ed era presieduta da un Pievano. Subì successive e sostanziali modifiche, verso la metà del XV sec. ed all’inizio del XVIII, quando fu ampliata in altezza, arricchita con pilastri in stile ionico ed adornata da un nuovo pavimento. Nuovi interventi seguirono nel corso del XIX sec. (aggiunta di cappelle laterali, nuova facciata). Nel 1929, l’allora parroco Luigi Rostirola annunciò l’intento di costruire una nuova chiesa, di capienza adeguata al numero crescente di parrocchiani. Abbandonata discutibilmente l’ipotesi di una nuova ristrutturazione della chiesa esistente, che pure possedeva una sua identità stilistica e non era priva di testimonianze artistiche, venne dato il via, nel 1930, ai lavori che impegnarono per dieci anni numerose maestranze e comportarono ingenti spese.

La nuova chiesa venne inaugurata l’otto settembre 1940. Quale modello per la sua edificazione era stata scelta, per volere del Rostirola, la parrocchiale di Conselve, ritenuta idonea in quanto a dimensioni, acustica e stile, non essendo né romantica né gotica, ma piuttosto di fattura "nostrana". E così infatti si presenta: sobria nella facciata, imponente nella struttura, a navata unica. All’interno essa conserva opere d’arte provenienti dalla vecchia chiesa, tra cui: l’altare maggiore, il cassone ligneo dell’organo, risalente al ‘700; un bel battistero con coperchio, sempre del ‘700; un altare in marmo nero, arricchito da un crocifisso finemente lavorato in marmo; un paliotto intarsiato in marmo e, quali testimonianze pittoriche, una pala del ‘500, di buona fattura (Madonna in trono attorniata dai Santi), che richiama la Scuola di Palma il Giovane e due dipinti di Sebastiano Santi, risalenti all’Ottocento.

 

Chiesa di San Marco

La chiesa di San Marco Evangelista sorge sulla riva destra del Vandura, di fronte alla parrocchia di San Pietro, ed appartiene alla Diocesi Padovana. Monumento tra i più antichi e significativi di Camposampiero, conserva pregevoli testimonianze artistiche. Le prime notizie che di essa disponiamo risalgono alla fine del XII sec., quando viene nominata nel testamento di Gherardino, della famiglia dei conti di Camposampiero. Intorno alla metà del XV sec. il sacello primitivo fu ricostruito e la chiesa nel 1496 venne consacrata. Di dimensioni molto piccole, aveva soffitto a tavelle, era dotata di tre altari posizionati in maniera diversa rispetto agli attuali, pavimentata e con le pareti riccamente decorate. La necessità di renderla più capiente, dettò nel tempo numerosi interventi strutturali che vennero a modificarne l’impianto originale.

Il più importante venne effettuato nel 1733: in quell’occasione la chiesa venne innalzata e prolungata. Alla metà del XIX sec. risale la cappella che ospita l’altare dedicato al Sacro Cuore di Gesù, mentre, verso la fine del secolo scorso fu edificata la cappella dedicata ai Santi. Le due navate laterali vennero ricavate invece nel 1923, con l’abbattimento di alcuni muri. In quell’occasione venne anche creato l’abside semicircolare. Infine, nel 1956, le navate vennero prolungate verso sud di un metro. Un cenno lo merita il campanile che, nella parte inferiore della canna, coincide col nucleo più antico della chiesa. All’interno della parrocchiale si possono ammirare numerose opere d’arte di pregevole fattura: affreschi, dipinti su tela, sculture, suppellettili in argento, marmi policromi.

Le testimonianze più antiche ed insieme più significative dal punto di vista storico artistico, sono costituiti dagli affreschi della Natività e della resurrezione di Cristo che decorano l’arco trionfale e sono attribuibili ad artista padovano del primo decennio del ‘500. Assai notevole anche la scultura lignea del crocifisso collocato sull’altare maggiore, opera probabilmente di artista veneto della prima metà del ‘700. Essendo ancora vicina nel tempo una ricorrenza assai importante per tutta la parrocchia di San Marco, sembra giusto concludere ricordando che le celebrazioni tenutesi in occasione del cinquecentenario della consacrazione, dal 3 dicembre 1995 al 24 novembre 1996, ricche di momenti culturali, concerti, manifestazioni e momenti di preghiera, hanno rappresentato una occasione, prontamente raccolta, per un recupero dei valori spirituali ed artistici di questa bella chiesa.

 

Chiesa di Santa Maria Assunta - Parrocchiale di Rustega

Un documento storico, risalente alla metà del XII sec., conferma l’esistenza già a quell’epoca di una pieve, o chiesa matrice a Rustega. La costruzione del primitivo nucleo della parrocchiale si può far invece risalire al XV sec. Essa, secondo quanto testimoniato dalle relazioni pastorali, doveva essere molto diversa dall’attuale. Era caratterizzata all’esterno dalla torre campanaria inserita nella facciata e da una loggia attigua con tetto in paglia. L’interno era spoglio, con soffitto in travature grossolane e pavimentazione parte in selciato, parte a tavelle. L’altare principale era ligneo ed esistevano anche due altari laterali, addossati alle pareti. Il cimitero, cosa non inusuale per l’epoca, era collocato davanti alla facciata.

Nel corso del XVIII sec., la chiesa venne trasformata ed abbellita, a seguito di successive ristrutturazioni che vennero a modificarla radicalmente, fino a farle assumere l’aspetto odierno, a navata unica e pianta rettangolare. Ciò avvenne grazie all’opera instancabile dei pievani ed alla generosità dei parrocchiani. L’interno fu adornato da cappelle, vennero sostituiti gli altari e un bel dipinto fu collocato ad impreziosire l’altare maggiore. Vennero inoltre edificate nuove pareti ed un nuovo soffitto.

Il campanile attuale, a sostituzione di quello incuneato nella facciata, fu innalzato elegante e alto 50 m., tra il 1845 e il 1847.Un ulteriore ampliamento del coro, suggerito dalle mutate esigenze pastorali, seguì nel 1924. Nel 1972, infine, venne inaugurato il nuovo organo. Notevole, all’interno, la pala raffigurante l’Assunzione di Maria, di autore ignoto tardo cinquecentesco. Il recente, indispensabile restauro, oltre a recuperare l’antico splendore della tela, consentendo di leggerne la buona fattura, ha permesso di riportare alla luce la Madonna originaria, che aveva subito un rifacimento fittizio nel XIX secolo.

 

Chiesetta della Madonna della Salute

E’ uno dei monumenti più cari alla religiosità popolare di Camposampiero. Essa costituiva originariamente l’oratorio annesso al "palazzon", un edificio maestoso, appartenente alla nobile famiglia veneziana de Quirini che aveva comprato il terreno su cui edificarlo nell’ottobre del 1406, in località "Le Grazie". La chiesetta era inizialmente dedicata a San Giacomo e, secondo la descrizione che ne fa lo storico Cittadella, aveva tetto a tavelle, era dotata di un solo altare, di sagrestia e di un bel campanile (tuttora presente).

Vi officiava un Padre proveniente dalla chiesa di San Giovanni. Il palazzo e la proprietà annesse, verso la metà del XVII secolo, vennero acquistati dai Civran, i quali, a loro volta, li cedettero agli Andrighetti che dopo la dominazione francese, pensarono bene di far demolire il palazzo, sottraendolo così definitivamente alle scorribande delle milizie.

La distruzione fu risparmiata solo alla chiesetta. Nel 1836, un’epidemia colerica perniciosissima colpì l’intero territorio padovano. Unanimemente popolazione e autorità di Camposampiero decisero di dedicare l’oratorio alla Madonna della Salute. Ciò avvenne durante una funzione espiatrice, l’ultima domenica di luglio di quell’anno.

Ultimo aggiornamento: 30/10/2024, 11:26

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