Descrizione
Palazzo Tiso, attualmente sede municipale, costituiva originariamente la rocca dimora dei feudatari e parte integrante di un castello medioevale dotato di un potente sistema fortificato. Esso rispondeva alla necessità di difesa in un territorio pianeggiante, privo di protezioni naturali. Era attrezzato con porte munite di torri, circondato da una cintura di fossa ricavata dallo sdoppiamento del fiume Vendura e reso più sicuro da argini, ponti levatoi, catene di sbarramento e mura. Il recinto interno, avente forma di quadrato con gli angoli smussati, comprendeva, oltre alla rocca, il campo di marte, depositi, caserme e poche abitazioni. Tale disposizione richiamava quella di Noale, di poco posteriore, e si può quindi considerare che questa fosse la struttura di numerosi castelli del territorio, di cui ora rimangono tracce incerte. Il castello.
Secondo quanto accreditato dalla maggior parte degli storici, venne edificato intorno al 1085 ( tesi accettata dal Ministero della P.I.) da Tiso II e Gherardo I , appartenenti alla famiglia di feudatari il cui capostipite, Tiso I , era giunto in Italia all’inizio dell’undicesimo secolo al seguito dell’imperatore tedesco Enrico II , dal quale aveva ricevuto l’investitura. La storia di Camposampiero si identificò da allora , per alcuni secoli con quella dei suoi feudatari, che da essa avevano mutuato il nome. Erano costoro famiglia guelfa, ricordata dai cronisti dell’epoca come quarta per importanza nella Marca Trevigiana dopo i Da Camino, gli Estensi e i Da Romano. Le sanguinose lotte tra i Camposampiero e questi ultimi - in particolare il più famoso di essi Ezzelino - originate da futili motivi e rinfocolate da conflitti di potere e contrapposizioni Guelfi - Ghibellini, sparsero lutti per oltre un secolo in tutta la Marca.
Quando nel 1405 il castello fu sottomesso a Venezia, la Serenissima ne mantenne le funzioni militari di difesa ed assegnò a Camposampiero un Vicario veneziano per sottolinearne l’importanza da un punto di vista strategico. Venne quindi creata una podesteria comprendente un territorio esteso a 33 ville. La relativa tranquillità di cui godette Camposampiero sotto lo sguardo vigile e fiero del leone di San Marco, venne turbata allorché, nel 1513, il castello fu assalito dalle truppe spagnole, nel quadro degli eventi bellici innescati dalla guerra di Cambrai. Sembra destituita di fondamento l’opinione secondo cui, a questa circostanza, si debba far risalire la rovina del castello. L’episodio fu certamente grave, ma la struttura muraria non dovette esserne intaccata in maniera determinante. Probabilmente in quell'occasione, com’era successo a Noale, bruciarono tutti i manufatti in legno, ma non furono distrutti i sistemi difensivi.
E’ certo invece che da allora iniziò un certo declino del castello, le cui strutture vennero addirittura utilizzate come cava per materiali da costruzione, fino alla distruzione, pressoché completa nel Settecento. Analogo destino toccò alle mura, l’ultimo tratto delle quali venne demolito nel 1841. Il lento ma impietoso fluire del tempo e le mutevoli vicende storiche hanno apportato nel corso dei secoli modifiche sostanziali all’aspetto del palazzo Tiso, fino a fargli assumere quello attuale: semplice e severo.
La facciata del municipio si presenta suddivisa in due zone distinte:
- quella inferiore, caratterizzata dalla riproduzione di lastroni di pietra di un caldo tono dorato ed impreziosita da un motivo decorativo a cuspide, sopra le finestre del pianterreno;
- quella superiore, scandita da ampie aperture e luministicamente vibrante grazie all’utilizzo di pietre intonacate.
L’edificio presenta a completamento della facciata una serie di archetti pensili acuti, sormontati da un coronamento risalente all’inizio di questo secolo che imita la merlatura medioevale, seppur con qualche tendenza arabeggiante nel traforo che l’alleggerisce.
Torre Civica o della Rocca
L’eco degli importanti avvenimenti di cui Palazzo Tiso fu testimone nei secoli passati risuona ancora distinto soprattutto nella torre civica che svetta al suo fianco. Proprio la torre, originale nella parte inferiore e modificata alla sommità, ci riporta col suo aspetto austero al periodo medioevale nel quale venne edificato l’intero sistema difensivo. Essa è alta 32 metri ed ha una pianta quadrata leggermente irregolare ( m. 6.00 x 6,50). Oltre a mattoni d’argilla, per la sua costruzione venne utilizzato abbondante materiale di ripiego.
Una moderna scala in legno da accesso ai piani alti, caratterizzati da solai, pure in legno. La parte superiore, adattata per ordine del podestà veneto di Camposampiero Giacomo Salomone, intorno al 1600, presenta all’esterno, l su ciascun lato, due ordini di finestre ad arco ed all’interno una volta in cotto con mattoni a coltello, recentemente coperta con strato cementizio. La bella campana bronzea, risalente al 1556 ora sostituita da una copia, è conservata e visibile all’interno di Palazzo Tiso.
Da notare, all’esterno della torre sul lato sud, una meridiana policroma con scritta latina, due stemmi d’epoca veneziana e, quasi alla sommità, un dipinto di buona fattura, raffigurante una Madonna con Bambino, recentemente ristrutturata.